lunedì 24 novembre 2008

La peronospera

CICLO BIOLOGICO: Sverna con le oospore (fruttificazioni sessuate) nelle foglie infette cadute nel terreno. In primavera, quando la temperatura media giornaliera si aggira sui 10-12° C e cadono almeno 10 mm di pioggia in 24 ore, le oospore germinano liberando le zoospore che, con gli schizzi della pioggia giungono sulle foglie. Qui, in presenza di un velo d'acqua, emettono un tubo micelico che penetra attraverso gli stomi, presenti solo nelle foglie dei germogli lunghi almeno 6-10 cm., avviando così un'infezione primaria. Segue un periodo di incubazione durante il quale si sviluppa il micelio del fungo. Al termine di questo periodo, la cui durata è legata al tasso di umidità dell'aria e alla temperatura, compaiono "macchie d'olio" sulla pagina superiore e una muffa biancastra sulla pagina inferiore costituita da rami conidiofori portanti i conidi che fuoriescono dalle aperture stomatiche. Con i conidi si realizzano le infezioni secondarie che necessitano un limitato tempo di bagnatura degli organi suscettibili (2-3 ore). Con temperature ottimali sui 18-24° C e in soli 30-45 minuti si ha la germinazione dei conidi con evasione delle zoospore dopo 30-40 minuti che germinano e realizzano l'infezione in 60-80 minuti. Annualmente si compiono 5-15 cicli peronosporici.
Nelle infezioni tardive compaiono macchie fogliari poligonali (peronospora a mosaico) delimitate dal reticolo delle nervature.
Si tratta di un fungo della famiglia delle Peronosporaceae: la Plasmopara viticola; colpisce in prevalenza la vite e alcune piante orticole, si può trovare anche sulle rose e su molte piante ornamentali.
le foglie e si manifesta con delle macchie traslucide, che sembrano di olio, sulla pagina superiore, che spesso vengono seguite, in corrispondenza sulla pagina inferiore, da macchie di muffa giallastra, soprattutto se l'umidità è elevata.

Con il procedere del tempo la malattia si diffonde ai boccioli dei fiori e ai germogli, che si ricoprono di muffa bianco-giallastra. I tessuti colpiti da Peronospora disseccano e cadono.
Prima della caduta sulle foglie il fungo rilascia delle oospore, che rimangono sulle foglie cadute, dove passano l'inverno, e infettano le piante l'anno successivo.
Difficilmente si può arrivare alla morte dell'intera pianta, però ovviamente si ha un forte deperimento della vegetazione, accompagnato da scarsa produzione di fiori e di frutti.Peronospora - Parassiti e Malattie
Questa malattia è favorita dall'elevata umidità e dalle temperature primaverili; le maggiori infezioni avvengono in periodi che presentano la cosiddetta regola dei tre 10: germogli di 10 cm, pioggia di 10 mm in 24-48 ore, temperatura minima 10°C; in presenza dei tre elementi precedentemente elencati si procede a trattamenti preventivi, irrorando le colture con prodotti specifici contro la Peronospora come la poltiglia bordolese, o prodotti a base di rame. Questi prodotti sono utili anche per contenere l'infezione già in atto.
Essendo la Peronospora una malattia molto dannosa per le coltivazioni, soprattutto per la vite, in molte regioni gli organismi preposti praticano un monitoraggio dello sviluppo della malattia.

LOTTA: fino alla pre-fioritura se non compaiono le prime "macchie d'olio" non effettuare alcun intervento; in caso contrario intervenire subito dopo la comparsa dei sintomi. Effettuare, comunque due trattamenti cautelativi in prefioritura e all'allegagione con antiperonosporici endoterapici (fenilammidi). Nelle altre fasi fenologiche, se non sono comparse le "macchie d'olio" non eseguire alcun intervento, in caso contrario è importante la tempestività dei trattamenti, l'utilizzo di acqua a pH non alcalino e le perfette condizioni della macchina irroratrice utilizzata. Sono consigliati 1-2 trattamenti con Cimoxanil entro 2 o 3 giorni dalla pioggia infettante (persistenza 3-5 giorni), per sfruttare la capacità di bloccare le infezioni in atto, da far seguire, se necessario, da applicazioni di fenilammidi (persistenza 10-12 giorni); dimetomorf, iprovalicarb, tutti in miscela con fungicidi di copertura. I trattamenti devono essere cadenzati sulla base della pressione della malattia e proseguiti sino a quando le condizioni meteorologiche sono favorevoli alla malattia (pioggia e/o alta umidità relativa). Nel mese di agosto-settembre , 1-2 applicazioni di derivati rameici controllano le infezioni tardive ("macchie a mosaico") ed aiutano anche a limitare le varie forme di marciume dei grappoli.


Le specie a rischio in Sardegna

  • Il Ribes Sardo
Endemismo Sardo esclusivo del supramonte di Oliena con areale puntiforme di estensione limitatissima (si stima la presenza di circa 70 esemplari). Risulta infatti segnalato solo presso la località di Su Padru (Oliena - NU) a una quota compresa tra i 1.050 e i 1.100 m s.l.m. La specie è in gravissimo pericolo sia perchè è presente solo in una stazione soggetta a un pascolo brado non controllato, sia perchè mostra una scarsissima capacità germinativa che ne pregiudica la colonizzazione dei territori limitrofi o la diffusione in altri habitat similari.

  • Il Grifone
Un tempo la specie era diffusa su tutta l'isola; purtroppo oggi ci sono circa 60-70 individui con 20-22 coppie nidificanti localizzate nei territori di Bosa e di Alghero. E' in grado di effettuare lunghi spostamenti alla ricerca del cibo. L'habitat ideale è l'ambiente aperto, sia montano che collinare, dove può localizzare le carogne e nidificare tra gli spuntoni di roccia. L'abbandono della pastorizia errante è una delle cause del declino della specie.

Tecniche di uso dei feromoni

I feromoni sono sostanze prodotte da specifiche ghiandole esocrine degli insetti dette ghiandole a feromoni.
Il secreto di queste ghiandole consente, all' insetto che lo produce, di segnalare la sua presenza a insetti della stessa specie: i feromoni sono pertanto da considerarsi come messageri chimici tra insetti cospefici nell' ambiente.
In alcuni casi i feromoni possono diventare involontari messaggeri interspecifici, come ad esempio succede per alcuni entomofagi che possono capore il feromone ( anche sessuale) della loro vittima e servirsene per localizzarla (in questa casistica il feromone diventa utile solo per l' entomofago).
L' impiego di queste sostanze è ormai consolidato nella lotta guidata contro i fitofagi; vengono utilizzati feromoni di tipo sessuale e quelli di tipo aggregante/disperdente.
La possibilita di ottenere, per sintesi, i feromoni ha certamente determinato lo sviluppo di questa tecnologia che è praticata, con discreto successo, nella difesa dei magazzini, nel controllo e nel monitoragio della popolazione fitofaghe dei frutteti, delle coulture ortive ed industriali, dei vivai e degli ambienti forestali.
I feromoni utilizzati nella pratica fitoiatrica sono in genere quelli di tipo sessuale, cioè quelli emessi dalle femmine vergini di una determinata specie (prevalentemente lepidotteri) per attirare i maschi cospefici e favorire l'accoppiamento, riducendio i tempi di incontro fra i sessi e velocizzando il ciclo riproduttivo.
Nell'utilizzo dei suddetti feromoni sono stati individuati due obbietivi oppsti:
attrazioni e cattura, per effettuare catture massali o di monitoraggio dei fitofagi (maschi) in apposite trappole sessuali;
disorientamento o confusione sessuale, per annullare o ridure la possibilità di avvicinamento riprodutivo fra maschi e femmine.

Lotta integrata

La lotta integrata, è basata nel rispetto di tutte le norme ecologiche tossicologiche; essa consiste in una applicazione razionale di un complesso di misure biologiche, chimiche, colturali, con i quali si limita al minimo indispensabile l'impiego di prodotti fitosanitari contenenti sostanze chimiche, per mantenere i parassiti a livelli inferiori a quelli che provocano danni o perdite economicamente accettabili.
Per detterminare la giusta epoca del trattamento antiparassitario e il prodotto più idoneo da usare, è opportuno riccorrere ad un aiuto di un tecnico specializzato.

Per il contenimento degli attacchi della mosca delle olive, con tecnica a basso impatto ambientale, si fa uso di opportune trappole.
Queste trappole, circa una ogni due piante, fatte di materiale sintetico, contengono all'interno un attratore sessuale (feromone) di tipo diverso a seconda di cosa si vuole catturare maschi o femmine, mentre all'esterno contengono un inetticida.