venerdì 21 novembre 2008

Vini Sardi: Carignano del Sulcis

Il vitigno rosso Carignano, presente in tutto il Mediterraneo occidentale, ha origini incerte in Sardegna, anche se la sua diffusione limitata all’area del Sulcis e all’Isola di Sant’Antioco farebbe pensare a un’origine fenicia. Il vitigno, che produce un vino rosso molto alcolico che non ha particolari esigenze pedoclimatiche ed è molto resistente ai venti ricchi di salsedine provenienti dal mare tipici del sud-ovest sardo, nonché a malattie come la filossera. Dalle uve Carignano si ottiene il “Carignano del Sulcis” , il quale ha ottenuto il riconoscimento DOC nel 1977. Questo vino deriva da uve Carignano al 100% o all’85% con il concorso dei vitigni Monica, Pascale, Alicante ed è un vino dal profumo fragrante e intenso, con gusto secco e sapido, che raggiunge gli 11,5°. Il Carignano ha acquistato valore in Sardegna e sui mercati internazionali soprattutto grazie a Giacomo Tachis, il maestro degli enologi italiani, il quale, portando l’immaginazione e la scienza in cantina, ha esaltato un vino che veniva utilizzato quasi esclusivamente come vino da taglio. Giacomo Tachis ha “firmato” i due rossi più importanti dell’isola, il “Turriga” e il “Terre Brune”.
Il primo è prodotto dalla Cantina Antonio Argiolas di Serdiana (Ca), una grande azienda che opera dal 1918 e che oggi, guidata dai figli del fondatore, ha conquistato una dimensione internazionale con una produzione di 2 milioni di litri di vino l’anno. I vigneti si estendono per circa 200 ettari nella zona tra Sisini, Serdiana e Selegas, in località Sa Tanca, dove sono ospitate le varietà tradizionali (Cannonau, Monica, Carignano, Malvasia) e i campi sperimentali dell’azienda. Il “Turriga” Isola dei Nuraghi IGT è il vino più premiato dell’azienda (ha ottenuto per dieci anni consecutivi i Tre Bicchieri della Guida dei Vini d’Italia edita da Gambero Rosso e Slow Food). E’ ottenuto da uvaggio Cannonau, Carignano e Bovale sardo con aggiunta di Malvasia Nera ed è invecchiato in barriques di quercia francese per 18 mesi. Il carattere prettamente sardo di questo vino e del suo uvaggio è ben rappresentato dall’etichetta del Turriga, che riporta l’effige di una scultura nuragica raffigurante la Grande Madre, la divinità primigenia della civiltà mediterranea. Fra i rossi della cantina è da menzionare anche il “Korem” Isola dei Nuraghi IGT, ottenuto da uve Bovale, Carignano e piccole quantità di Cannonau, e il “Costera”, Cannonau di Sardegna DOC. Fra i bianchi invece si distinguono il “Selegas”, Nuragus di Cagliari DOC, il “Costamolino” e l’”Is Argiolas, ambedue Vermentino di Sardegna Doc”.Il “Terre Brune”, l’altro famoso Carignano del Sulcis DOC, è prodotto dalla Cantina Sociale Di Santadi (Ca). L’ascesa della cantina, fondata nel 1960, è da ascrivere negli ultimi trenta anni al suo presidente Antonello Pilloni e al già menzionato enologo Giacomo Tachis. La cantina oggi conta 250 soci e circa 500 ettari di vigneti ad alberello estesi sulle arenarie e le trachiti (le terre brune appunto) del sud-ovest sardo. Il “Terre Brune”, che nasce da un uvaggio Carignano e Bovaleddu (5%) e raggiunge i 14°, ha conquistato i mercati internazionali ed è stato inserito nelle carte dei vini dei più famosi ristoranti di Tokyo, New York e Sidney. Ad esso si affiancano altri rossi (come il “Rocca Rubia”, Carignano del Sulcis DOC Riserva; Il “Grotta Rossa”, Carignano del Sulcis DOC da uvaggio carignano al 100%; l’”Antigua”, Monica di Sardegna DOC) e raffinati bianchi (Il “Cala Silente”, Vermentino di Sardegna DOC; Il “Pedraia”, Nuragus di Cagliari DOC; il “Latinia”, vino da dessert da uve Nasco).