L’anno scorso si sono svolte a Genova e nella Riviera di Levante numerose prove su campo volte a determinare la possibilità di proteggere le palme, con l’ausilio dell’Endoterapia, dai molti patogeni e parassiti che le colpiscono (o colpiranno nei prossimi anni). Le osservazioni sono state effettuate dal dott. Agr. Giancarlo Longhin (Difesa Ambientale) e dagli operatori
endoterapici Agr. Marco Corzetto e Agr. Luca Burlando.
Numerose sono state le palme trattate osservandone in particolare i tempi di assorbimento dei principi attivi usati e le risposte che le piante fornivano dopo i trattamenti. Si sono quindi effettuati trattamenti contro le clorosi, la fusariosi e, preventivamente, il temibile Rhyncophorus Ferruginosis, osservato per la prima volta in Liguria alla fine della scorsa estate. Le modalità di intervento prevedevano una serie di perforazioni effettuate sul tronco della pianta con un trapano e su più lati del fusto, ad un’altezza di circa 1,5 metri di altezza, con l’iniettamento di una miscela di prodotti specifici. L’inserimento dei principi attivi è avvenuto utilizzando lo strumento “Arboprof”, con pressione di esercizio decisamente ridotta (1-1,5 bar). Al termine del trattamento i fori sono stati disinfettati e chiusi con speciali chiodi in materiale organico, in modo da potere essere riutilizzati a distanza di tempo per nuove prove. La tecnica usata in questi casi differisce sostanzialmente dagli studi effettuati in altre sedi e da altri operatori, soliti a praticare fori, talvolta molto grandi, prevalentemente alla base della pianta. Apparentemente le Phoenix Canariens avevano un assorbimento più rapido rispetto alle Dactilifere. I risultati ottenuti sono stati molto incoraggianti e ciò fa ben sperare sul futuro di queste monocotiledoni che, con la loro elegante chioma, caratterizzano il paesaggio della gran parte delle nostre cittadine rivierasche. Particolarmente significativi sono stati i risultati ottenuti su piante
molto clorotiche. Quelle colpite da clorosi ferrica, infatti, a distanza di 60 giorni dal trattamento presentavano un notevole rinverdimento della chioma. Anche la lotta al “Fusarium”, che in Liguria provoca ogni anno la morte di molti esemplari di palme ultrasecolari, ha offerto importanti e positivi esiti. Le indagini e i risultati ottenuti fanno ritenere che trattando le piante preventivamente o agli inizi dell’infestazione, l’efficacia del trattamento possa essere molto alta. Le osservazioni svolte preventivamente contro il temibile “punteruolo delle palme” (alcune piante colpite nella zona di Bordighera sono state trattate da Longhin e sono ora in osservazione), fanno ritenere che tale forma di lotta possa dare risultati positivi su circa il 90% delle piante trattate. Grazie a queste osservazioni, insomma, abbiamo già compiuto numerosi interventi preventivi su esemplari presenti all’interno di giardini privati, e ancora una volta val bene il detto “prevenire è meglio che curare” e da buoni genovesi aggiungiamo: “e costa meno!”.
(articolo tratto dal periodico” l’Agrotecnico oggi” del mese di aprile 2008)
endoterapici Agr. Marco Corzetto e Agr. Luca Burlando.
Numerose sono state le palme trattate osservandone in particolare i tempi di assorbimento dei principi attivi usati e le risposte che le piante fornivano dopo i trattamenti. Si sono quindi effettuati trattamenti contro le clorosi, la fusariosi e, preventivamente, il temibile Rhyncophorus Ferruginosis, osservato per la prima volta in Liguria alla fine della scorsa estate. Le modalità di intervento prevedevano una serie di perforazioni effettuate sul tronco della pianta con un trapano e su più lati del fusto, ad un’altezza di circa 1,5 metri di altezza, con l’iniettamento di una miscela di prodotti specifici. L’inserimento dei principi attivi è avvenuto utilizzando lo strumento “Arboprof”, con pressione di esercizio decisamente ridotta (1-1,5 bar). Al termine del trattamento i fori sono stati disinfettati e chiusi con speciali chiodi in materiale organico, in modo da potere essere riutilizzati a distanza di tempo per nuove prove. La tecnica usata in questi casi differisce sostanzialmente dagli studi effettuati in altre sedi e da altri operatori, soliti a praticare fori, talvolta molto grandi, prevalentemente alla base della pianta. Apparentemente le Phoenix Canariens avevano un assorbimento più rapido rispetto alle Dactilifere. I risultati ottenuti sono stati molto incoraggianti e ciò fa ben sperare sul futuro di queste monocotiledoni che, con la loro elegante chioma, caratterizzano il paesaggio della gran parte delle nostre cittadine rivierasche. Particolarmente significativi sono stati i risultati ottenuti su piante
molto clorotiche. Quelle colpite da clorosi ferrica, infatti, a distanza di 60 giorni dal trattamento presentavano un notevole rinverdimento della chioma. Anche la lotta al “Fusarium”, che in Liguria provoca ogni anno la morte di molti esemplari di palme ultrasecolari, ha offerto importanti e positivi esiti. Le indagini e i risultati ottenuti fanno ritenere che trattando le piante preventivamente o agli inizi dell’infestazione, l’efficacia del trattamento possa essere molto alta. Le osservazioni svolte preventivamente contro il temibile “punteruolo delle palme” (alcune piante colpite nella zona di Bordighera sono state trattate da Longhin e sono ora in osservazione), fanno ritenere che tale forma di lotta possa dare risultati positivi su circa il 90% delle piante trattate. Grazie a queste osservazioni, insomma, abbiamo già compiuto numerosi interventi preventivi su esemplari presenti all’interno di giardini privati, e ancora una volta val bene il detto “prevenire è meglio che curare” e da buoni genovesi aggiungiamo: “e costa meno!”.
(articolo tratto dal periodico” l’Agrotecnico oggi” del mese di aprile 2008)