Il concetto di erba infestante è strettamente legato alle esigenze agronomiche dell'agroecositema; è un concetto tecnico agronomico e non certamente botanico o ecologico. Generalmente un'erba infestante viene identificata come una pianta indesiderata in una determinata coltivazione; in pratica è una pianta che spontaneamente, o accidentalmente, cresce e si sviluppa dove l'uomo non vorrebbe. Nella visione agronomica più ortodossa le erbe infestanti sono piante dannose che riducono le rese produttive delle piante coltivate. Nella visione agroecologica le erbe infestanti sono componenti della comunità che convivono con la pianta coltivata. Osservando la comunità agroecologica, formata dalla coltura e dalle erbe infestanti, possiamo evidenziare importanti funzioni della comunità delle erbe infestanti che interagiscono con la pianta coltivata. La loro azione può essere competitiva, diretta o indiretta, e di tipo coadiuvante, in senso lato, per le migliori condizioni che si instaurano sia nel soprasuolo sia nel suolo.
Azioni competitive
Le azioni di competizione manifestate dalle erbe infestanti sono di tipo:
- Indiretto, come la concorrenza per i nutrienti in senso lato (luce, acqua, sali minerali);
- Diretto, quali il rilascio di sostanze inibitrici la germinazione dei semi o la crescita delle piante coltivate; queste sostanze chimiche (sostanze allellopatiche) aumentano la capacità di affermazione delle erbe infestanti nei confronti delle piante coltivate.
La capacità di produrre sostanze allellopatiche interspecifiche e intraspecifiche (autopatia) è stata riscontrata, in alcune ricerche, anche su piante coltivate, dimostrando che l'allellopatia naturale è un elemento di regolazione della densità delle piante; le piante coltivate, migliorate per altri caratteri, hanno perduto o attenuato questa capacità e si trovano ad essere meno competitive nei confronti delle erbe infestanti che, invece, la conservano.
Tratto dal libro di testo "Ecologia applicata 1, le pratiche agricole e l'impatto ambientale negli agroecosistemi", pag. 188-189.