lunedì 7 aprile 2008

I fondamenti della agricoltura ecocompatibile

Il concetto di ecocompatibilità è legato alla stessa identità dell'agrosistema: esso è un ecosistema costruito per scopi agrari, che mantiene le caratteristiche funzionali di un ecosistema naturale. Gli ecosistemi agrari ecocompatibili possono essere definiti come agroecosistemi il cui funzionamento si basa sulle capacità di auto-sostentamento e auto-organizzazione dovuto alla loro somiglianza con i sistemi naturali, strutturalmente complessi, in cui l'omeostasi ne consente la stabilità. L'auto-mantenimento ha come cardini fondamentali la conservazione del suolo e la conservazione della sua fertilità; queste sono legate al ciclo dell'acqua, alle sistemazioni idraulico-agrarie, alle lavorazioni ed alle scelte dei piani di coltivazione.
I punti "caldi" che caratterizzano il concetto di ecocompatibilà in agricoltura sono, a livello di tecniche:
- riduzione dell'uso di nitrati con minor inquinamento delle falde;
- riduzione dell'uso di fitofarmaci con riduzione delle malattie professionali;
- corretto smaltimento dei reflui con minor inquinamento zootecnici.
Inoltre,nel rispetto delle linee-guida dell'agricoltura ecocompatibile,occorre predisporre specifici indicatori ambientali quali:
-monitoraggio periodico dello stato dell'ambiente;
-introduzione della contabilità ambientale a livello di costi/benefici.
L'agroecosistema ecocompatibile,ha una serie di caratteri fondamentali che nel loro insieme possono costituire un modello applicativo di base.Questo modello è caratterizzato da aziende che devono:
-essere organizzate secondo principi di un'agricoltura mista,per chiudere la catena del detrito e del pascolo,mantenendo più agevolmente la fertilità con il ritorno di sostanza organica nel suolo proveniente sia da residui colturali sia dagli effuenti zootecnici;
-applicare rotazioni colturali con colture prative poliennali ricche di leguminose,per rifornire il suolo di sostanza organica;inoltre la presenza dei prati poliennali costituisce una buona prevenzione per il controllo delle erbe infestanti,dei fitofagi e dei fitopatogeni;
-garantire una buona copertura del suolo;
-effettuare coltivazioni policolturali,con consociazioni erbacee/arboree,per realizzare strati vegetazionali che meglio utilizzino la radiazione luminosa.

L'azoto nella pianta

E' l'elemento nutritivo più importante per le piante e per gli organismi viventi in genere, poichè è fondamentale per la costituzione delle proteine, degli acidi nucleici e di altri costituenti cellulari. Lo si trova in grande quantità sia nelle rocce che nell'atmosfera, di cui costituisce circa il 78%; purtroppo però è una degli elementi di più difficile reperimento per gli organismi viventi, poichè può essere assorbito soltanto se assume particolari forme chimiche. L'azoto entra nel ciclo biologico fondamentalmente attraverso le piante, che lo assorbono direttamente dal terreno; l'assorbimento da parte delle piante può avvenire soltanto se l'azoto è in forma di ione nitrico o ammonio, mentre solitamente l'azoto è in gran parte in forma gassosa. Per essere utilizzato quindi l'azoto deve essere "fissato"; il processo di fissazione dell'azoto avviene fondamentalmente attraverso microorganismi che trasformano l'azoto gassoso in ioni nitrici o in ioni ammonio.
Moduli di azoto su radici di leguminosa.
Alcuni microorganismi che prendono parte nel processo di fissazione dell'azoto vivono in simbiosi con alcune piante, come ad esempio le leguminose, che ricevono l'azoto da batteri presenti attorno alle loro radici; la coltivazione di queste particolari piante contribuisce a rendere più fertili i terreni. Gli ioni ammonio di azoto, una volta fissati dai microorganismi divengono disponibili per le piante, altrimenti si fissano nel terreno, restando disponibili a lungo. Molte piante possono assorbire attraverso le radici sia gli ioni ammonio che gli ioni nitrici, ma gli ioni nitrato presentano il difetto di essere molto facilmente dilavati dalle acque, finendo velocemente nei corsi d'acqua. E' quindi fondamentale che nei terreni fertili sia presente una buona percentuale di azoto fissato in ioni ammonio, in modo che sia utilizzabile dalle piante nel tempo. Inoltre l'azoto in forma di ione nitrico presenta anche il difetto di essere nocivo per l'uomo, e anche per gli ecosistemi dei fiumi e dei laghi. E' quindi opportuno utilizzare dei buoni prodotti ammendanti di azoto, per aggiungerne nei terreni carenti, facendo attenzione alle dosi consigliate sulle confezioni, ricordando che anche le sostanze utilizzate come concime sono elementi esterni che aggiungiamo all'ambiente, e che quindi hanno effetti utili, ma possono avere effetti indesiderati se utilizzate sconsideratamente. La Carenza di Azoto si manifesta con un lento accrescimento dei germogli, una situazione generale di sviluppo stentato della pianta e una colorazione verde pallido delle foglie basali.La carenza si manifesta inizialmente nelle foglie basali per poi evidenziarsi anche nelle foglie più giovani/apicali. Le piante maggiormente esigenti in Azoto sono le piante ornamentali verdi, le conifere, le sempreverdi come la magnolia, le siepi, le lattughe, le erbe aromatiche e tutte le piante nelle fasi iniziali di crescita. Infatti, l'azoto apportato serve immediatamente per fare dei nuovi germogli e numerose foglie, dal colore verde intenso.

Il letame

Quando si parla di letame si riferisce, in genere, a quello bovino. Il letame è ricco di azoto (N), che si degrada molto lentamente, e l' effetto concimante dura piu anni. Il letame è considerato il fertilizante per eccelenza perchè consente di mantenere un adeguata fertilità del terreno. Ci sono due tipi letame:

1) letame essicato composto da almeno il 3% di azoto (N), può contenere lettiera e deve essere indicato il tipo di animaleche lo ha prodotto;

2) Il letame è quello che non ha le caratteristiche indicate dalla legge e può essere utilizzato come ammendante per migliorare le caratteristiche fisiche del terreno.

Il paesaggio agrario

Il paesaggio agrario è formato da quella parte del territorio delle terre emerse destinato all'attività agricola. Esso è caratterizzato prevalentemente da campi coltivati. Queste unità semplici sono aggregabili in unità gerarchicamente più importanti che raggruppano più campi coltivati, organizzandoli in entità complesse: le aziende agrarie. Le coltivazioni sono opere di urbanizzazione dell'uomo. La differenza sostanziale tra paesaggio agrario e paesaggio naturale è che in quello naturale notiamo un senso di disordine mentre in quello agrario possiamo notare che tutte le piante sono disposte in maniera ordinata e in fila. Il senso di disordine che noi notiamo nel paesaggio naturale è solamente un equilibrio naturale delle piante. Negli anni e in molte zone il paesaggio agrario ha predominato sfruttando i terreni e rendendoli inutilizzabili per altre coltivazioni. Quindi si è pensato che un modo per poter coltivare i terreni senza sfruttarli e possibilmente migliorarli sia quello di utilizzare il metodo della rotazione. Consiste nel lasciare a riposo per un determinato periodo un terreno e coltivarne un'altro. Il terreno lasciato a riposo può essere coltivato con colture miglioratrici come le leguminose che apportano azoto al terreno.

Agroecosistema

L'agroecosistema è una struttura ecologica, creata dall uomo, in cui vengono fatte sviluppare una o poche specie (vegetali e animali) che, a seguito di interventi agronomici sul terreno, sul clima e sui fattori biologici, fornisce una produzione valutabile in termini economici. L'ecosistema originario viene modificato per conseguire scopi agrari,nonostante il continuo intervento dell'uomo, l'agroecosistema è soggetto alle immutabili leggi degli ecosistemi naturali che sono quelle che regolano il flusso dell'energia e la circolazione della materia.
La differenza fondamentale tra un ecosistema naturale e un agroecosistema è l'asportazione di biomasse vegetali ed animali come prodotto agricolo, questa differenza costituisce la causa che può determinare l'incapacità dell'agroecosistema di autosostenersi, per le gravi perdite di energia ausilaria.Il concetto di agroecologia si basa sul principio base, secondo il quale, la stabilità di un sistema dipenderebbe direttamente dalla sua complessità o, per meglio dire, dalla sua biodiversità sia faunistica che floristica. Tale fondamento governerebbe la dinamica e l’evoluzione degli agroecosistemi. E’ dunque doveroso dare una definizione indicativa del concetto di agroecosistema, intendendo come tale un ecosistema completamente controllato dall’uomo, il quale per esigenze produttive ha semplificato la struttura dell’ambiente, sostituendo alla diversità della natura un piccolo numero di piante coltivate e di animali domestici.

Tratto dal libro di testo. Pag.18-19

Intervento iniziale


Questo è il primo intervento per il blog della quarta A del corso operatore agrotecnico dell'I.P.A.A. di Olbia.