lunedì 5 maggio 2008

l'agricoltura sostenibile

Il termine ‘sostenibilità’ deriva dal concetto più ampio di sviluppo sostenibile, arrivato in Italia in seguito alla pubblicazione da parte del libro “Our future” (WCED, 1987). Il testo predisposto da una speciale Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo nell’ambito delle Nazione Unite, definisce “sostenibile” uno sviluppo che sia in grado di assicurare all'attuale generazione il soddisfacimento dei propri bisogni in modo tale da lasciare alle generazioni future condizioni e risorse che consentano anche ad esse di soddisfare i loro bisogni fondamentali. L’agricoltura sostenibile viene definita in molti modi, anche contrastanti. Secondo Crosson, ad esempio, “un sistema agricolo sostenibile è quello capace di incontrare le richieste di cibo e fibre ad un costo economico ed ambientale socialmente accettabile”.
Il termine sostenibilità ha tre accezioni:
- ambientale ed ecologica;
- economica;
- sociale e politica:
Con il termine sostenibilità ambientale ed ecologica si vuole considerare i limiti delle risorse naturali, paesaggistiche ed energetiche e le ricchezze bio-fisiche presenti negli ecosistemi. Alcune di queste risorse sono quantitativamente fissate e destinate ad essere esaurite (combustibili minerali). Altre, come la luce solare, la pioggia e il vento, hanno delle variazioni cicliche nel tempo. Altre ancora come le piante e gli animali, il suolo e l’acqua, possono essere usate come risorse limitate ma che hanno la capacità biologica di rinnovarsi se viene prestata attenzione a salvaguardare le condizioni necessarie per il loro mantenimento. L’attività umana in agricoltura ha la capacità tecnica di modificare notevolmente l’ambiente per scopi produttivi; Il fattore tempo diventa quindi la chiave per interpretare le diverse prospettive. Il termine sostenibilità economica significa produrre in modo sufficiente da garantire un livello di reddito e di occupazione adatto alle potenzialità e alle esigenze locali, limite sotto il quale non potrebbe sussistere nessuna attività agricola. L’agricoltore deve combinare gli inputs che possono essere utilizzati con i costi che ciascuna attività agricola comporta, con la produzione attesa, con i prezzi di mercato e creare un’attività capace di ripagare tutti i fattori della produzione. Meno diffusa nel mondo scientifico è l’accezione sociale del termine sostenibilità intesa come aspetto agricolo-strutturale che dipende dal contesto socio-culturale che ha formato l’agroecosistema nel tempo. L’agricoltura produce beni e servizi che vanno incontro alle necessità umane.

Degrado ambientale - Inquinamento delle acque

Con il termine generico inquinamento si indica il degrado dell'ambiente causato dall'immissione, da parte dell'uomo, di sostanze che ne alterano le caratteristiche chimico-fisiche. A seconda di dove sono immesse queste sostanze, che possono essere solide, liquide o gassose, si parla d'inquinamento atmosferico (o dell'aria), dell'acqua e del suolo.
Sono sostanzialmente tre i modi attraverso i quali l'ambiente naturale può essere inquinato:
1) immettendo sostanze inquinanti non di per sé tossiche ma con una velocità tale che i cicli biogeochimici non riescono del tutto a smaltire: è questo il caso dell'anidride carbonica e di molti composti organici
2) liberando sostanze tossiche per gli organismi viventi: alcune di loro poiché non sono biodegradabili (non sono cioè trasformabili in composti inattivi dai normali meccanismi biologici) aumentano la loro concentrazione, e quindi la loro tossicità, nei viventi passando da un anello all'altro delle catene alimentari
3) depositando nell'ambiente sostanze inquinanti che restano inalterate nel tempo, cioè non subiscono alcuna forma di degradazione, come la plastica.
Tutte queste sostanze liberate nell'ambiente modificano la composizione chimica e le caratteristiche fisiche di aria, acqua e suolo, agendo negativamente sull'equilibrio dei vari ecosistemi.
L'inquinamento è un fenomeno antico, ma ha cominciato ad assumere dimensioni preoccupanti nel secolo scorso perché è un problema strettamente legato alla nascita della cosiddetta civiltà industriale e all'aumento della popolazione. La situazione sta diventando sempre più grave, perché le naturali capacità autodepurative dell'ambiente sono insufficienti ad eliminare tutte le sostanze tossiche che v’immettiamo.
il problema dell’inquinamento si sta facendo sempre più grave e anche pericoloso per la nostra salute. E non solo nelle nazioni industrializzate e densamente popolate, ma anche in aree e regioni dove l’uomo è quasi del tutto assente.

Inquinamento idrico
L’acqua è fondamentale per la vita dell'uomo, inquinarla significa compromettere gravemente la nostra salute.

La carta europea dell'acqua, all'art. 3, afferma che "alterare le qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono".
Inquinare l'acqua, dunque, vuol dire modificarne le caratteristiche qualificative, al punto da renderla inadatta al consumo degli esseri viventi.

L'inquinamento idrico può avere diverse origini.

Inquinamento naturale
L'inquinamento naturale non avviene per opera dell'uomo ma a causa di frane, alluvioni, eventi atmosferici e stagionali. Questo fenomeno non crea problemi particolari, perché l'acqua è in grado di autodepurarsi, entro certi limiti.

Inquinamento urbano
L’inquinamento urbano proviene dalle fogne delle città
Ognuno di noi consuma da 100 a 200 litri di acqua potabile al giorno: questa acqua, che contiene residui organici, saponi, detersivi e rifiuti di natura varia, finisce nei tubi di scarico, di lì nelle fogne e, in genere senza alcun trattamento di depurazione, nei fiumi e poi in mare.
Ciò significa una quantità da 5 a 10 miliardi di litri di prodotti inquinanti che finiscono nelle acque pubbliche, con il risultato che a causa di questa concimazione forzata le alghe e le piante dei fiumi e dei laghi aumentano in gran copia, consumando ossigeno durante la notte, poi muoiono e marciscono aggravando lo stato dell'inquinamento, sottraendo ossigeno alle creature acquatiche e provocandone la morte. Questo fenomeno si chiama eutrofizzazione ed è la causa della morte biologica di molti corsi d’acqua.

Inquinamento industriale
L'inquinamento industriale è dovuto all'immissione di sostanze chimiche non biodegradabili nelle acque dei fiumi, dei laghi e dei mari. Ogni giorno migliaia di fabbriche scaricano nel sistema idrico quantitativi enormi di coloranti, acidi, tinture, schiume, polveri di metalli e mille altri veleni che danneggiano irrimediabilmente la flora e la fauna acquatica.

Inquinamento termico
L'inquinamento termico è dovuto all'immissione, nei fiumi e nei torrenti, dell'acqua calda usata per raffreddare gli impianti. Ne sono responsabili le centrali termoelettriche e termonucleari, oppure le industrie siderurgiche.

Inquinamento agricolo
L'inquinamento agricolo è provocato da un uso indiscriminato di fertilizzanti, concimi chimici e pesticidi.
Queste sostanze tossiche finiscono nel sottosuolo o nei fiumi e giungono, attraverso la catena alimentare, fino all'uomo.

L inquinamento delle acque

L'inquinamento idrico è causato da numerosi e differenti fattori quali gli scarichi diretti o indiretti di attività industriali o delle normali attività umane (come i liquami domestici) che giungono nei fiumi, laghi e mari dai grandi centri urbani senza opportuno trattamento.
Il tipo di alterazione sui sistemi idrici può essere di natura chimica o batterica, e le conseguenze possono arrivare a mettere in pericolo la salute della flora e della fauna coinvolta, fino agli uomini, nuocendo al sistema ecologico, alle riserve idriche per uso alimentare, e compromettendo le attrattive turistiche di alcune aree o ostacolare altri usi legittimi delle acque.
Inquinamento idrico è anche lo scarico in bacini idrici di acque a temperature molte elevate, provenienti dai sistemi di raffreddamento delle fabbriche e delle industrie, che portano allo squilibrio dello stato termico dell'acqua e uccidono le forme di vita presenti in essa.
l'inquinamento fluviale da parte degli scarichi agricoli causa l'eutrofizzazione dove i fosfati e i nitrati rilasciati alimentano le alghe che consumano ossigeno e soffocano la vita animale e vegetale.
L'inquinamento delle acque oceaniche è sviluppato oltre che dalla dispersione di idrocarburi (provocati dal rovesciamento di cisterne navali), anche da alcuni sottomarini a propursione nucleare che, rimasti affondati sui fondali, col passare del tempo verranno corrosi dalla salsedine, con conseguente rilascio di sostanze radioattive.
L'ecosistema viene intaccato da ciò che l'uomo rifiuta e adopera: le grandi crociere sono responsabili del 77% di tutti gli scarichi delle navi, percentuale che include liquami vari, plastiche, carburante ed emissioni chimiche derivanti dal funzionamento della nave stessa.

Il fosforo: nelle piante e nel suolo

Il contenuto totale di fosforo nel suolo oscilla tra lo 0,02 e lo 0,15%. Di questo, quantità variabili dal 20 all'80% si trovano sotto forma organica. L'elemento è quasi sempre presente come anione dell'acido ortofosforico e come tale viene assorbito e traslocato nelle pari epigee della pianta.I fosfati, con riferimento alla nutrizione delle piante, possono essere suddivisi in tre frazioni: - fosfati solubili- fosfati del "pool labile"- fosfati del "pool non labile"La solubilità dei fosfati è regolata dal pH: a pH neutro si ha la massima solubilità dei fosfati mentre a pH basici e acidi si ha una precipitazione del fosforo rispettivamente sottoforma di fosfati di calcio e di ferro o alluminio.Il "pool labile" consiste di fosfati adsorbiti sugli scambiatori del suolo ed in equilibrio con i fosfati in fase liquida.Il "pool non labile" comprende i fosfati insolubili che solo molto lentamente possono essere rilasciati nel "pool labile". Apatiti, fosfati di ferro e di allumino e composti organici del fosforo sono i principali costituenti di questa frazione.Fosfati adsorbiti e fosfati presenti in soluzione si trovano in equilibrio dinamico. Conseguentemente, i fosfati che gradualmente vengono assorbiti dalle radici delle piante sono compensati da quelli che si allontanano dalla superficie degli scambiatori. Il fosforo liberato dai costituenti organici si distribuisce tra le forme di fosfato solubili e quelle assorbite sugli scambiatori. Nel tempo, gli ioni fosfato adsorbiti tendono ad evolversi verso strutture cristalline con conseguente forte limitazione della mobilità del nutriente. Parte del "pool labile" viene trasferita nel "pool non labile".
FOSFORO NELLE PIANTE
Le piante assorbono il fosforo sottoforma di anione. Il fosfato assorbito viene molto rapidamente coinvolto in processi metabolici ed immobilizzato in composti organici.Nella pianta il fosfato risulta molto mobile e può essere traslocato in ogni direzione. Le foglie giovani ricevono non solamente il fosfato assorbito dalle radici ma anche quello proveniente dalle foglie vecchie. P fosforo è presente nei fosfolipidi, costituenti delle membrane cellulari, negli acidi nucleici (DNA e RNA), nelle molecole di ATP e ADP, che costituiscono il sistema principale di scambio dell'energia nei sistemi biologici, e nella fitina, presente nei semi come riserva dell'elemento da utilizzare durante la germinazione.Una carenza di fosforo limita la formazione di RNA e riduce la sintesi proteica. In carenza di fosforo, conseguentemente si accerta nei tessuti vegetali accumulo di composti azotati a basso peso molecolare. Le piante mostrano crescita stentata, limitato sviluppo dell'apparato radicale e steli sottili. La produzione è compromessa sia qualitativamente che quantitativamente.I primi sintomi di carenza si manifestano nelle foglie più vecchie che assumono intensa colorazione verde. Nelle piante da frutto le foglie si presentano di colore scuro e cadono precocemente. Gli steli di molte piante erbacee annuali si colorano di rosso per aumento del contenuto in antocianine.
Per vedere un video (commento in spagnolo) fai click sul link qui sotto:
YouTube - CICLO FOSFORO: "http://it.youtube.com/watch?v=Y1mtecBW6DI"

Cenni sulle caratteristiche dei concimi chimici

I concimi chimici sono tutte quelle sostanze di origine minerali o di sintesi che per la loro composizione apportano sostanze nutrizionali; essi si distinguono in:

1. concimi semplici quando contengono un solo elemento nutriente, ad esempio solo azoto o solo potassio ;

2. concimi complessi quando contengono due o più elementi nutrienti, ad esempio un concime ternario con azoto, fosforo e potassio.

L'analisi di un concime chimico prende in esame i seguenti aspetti.

1. titolo del concime: il titolo del concime esprime il contenuto di elemento nutritivo per ogni 100 kg di concime tal quale. Per convenzione universale gli elementi nutritivi contenuti nei concimi vengono valutati, per conoscere il titolo del concime, nel seguente modo:


  • azoto: come azoto atomico (N);

  • fosforo: come anidride fosforica;

  • potassio: come ossido di potassio.

2. Forma chimica: esprime la formula chimica della composizione del concime; è un elemento molto importanteper stabilire la velocità di effetto concimante.


3. Granulometria: esprime l'uniformitàdelle particelle di concime; ha molta importanza per l'omogeneità della distribuzione.


4. Solubilità; esprime la capacità del concime di solubizzarsi in acqua o in soluzioni debolmente acide;le piante non sono in grado di assorbire sali che non siano sciolti in acqua.


5. Reazione esprime il comportamento della molecola di concime quando entra in soluzione. I concimi possono essere acidi o basici, a seconda della forza del radicale acido /basico in soluzione.