mercoledì 19 novembre 2008

Vini Sardi: Cannonau di Sardegna.

Il Cannonau è un vitigno a bacca nera più diffuso in Sardegna. La coltivazione di questo vitigno è diffusa in tutta la Sardegna, ma concentrata nelle zone più centrali del territorio. Non se ne conosce con certezza l'origine e anche la maggior parte degli esperti è concorde nel ritenerlo importato dalla penisola iberica; recenti studi hanno dimostrato la sua indemicità. Dalle uve Cannonau si produce prevalentemente il vino DOC Cannonau di Sardegna, Rosso o Rosato, ottenuto con al minimo il 90% di uve Cannonau. L'invecchiamento obbligatorio minimo dui questo vino è di un'anno in botti di rovere o di castagno.
  • Cannonau di Sardegna Rosso.
Sotto Denominazione
  • Cannonau di Sardegna Capo Ferrato, se le uve provengono dai territori comunali di Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius (Provincia di Cagliari)
  • Cannonau di Sardegna Jerzu, se le uve provengono dai comuni di Jerzu e Cardedu (Provincia di Nuoro)
  • Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena, se le uve provengono dal territorio comunale di Oliena e, in parte, di Orgosolo (Provincia di Nuoro).
Con un invecchiamento di due anni (di cui almeno sei mesi in botti di castagno o rovere) e una gradazione minima del 13%, può portare la qualifica riserva.

Lotta guidata ai parassiti dell'olivo

L'intervento chimico è previsto solo quando il grado di infezione supera una certa percentuale, ovvero quando quando i costi delle irrorazioni sono inferiori al valore della produzione. La scelta del prodotto deve tener conto delle sue proprietà di azione, tossicità, selettività; si usa il prodotto più efficace e con minore impatto ambientale, scegliendo il momento più idoneo per intervenire.

Lymantria dispar

Lymantria dispar L. (Lepidoptera Lymantriidae)
Polifaga, è presente su piante dei generi Acer, Fagus, Alnus, Ulmus, Tilia, Platanus, Quercus e Prunus.
Sintomi - Presenza di ovature sul tronco e branche della pianta.

Descrizione
Adulti: i maschi di colore marrone giallastro e con fasce nere trasversali sulle ali anteriori ed addome sottile hanno apertura alare di 35-40 mm. Femmine più corpulente, di aspetto bianco sporco hanno le ali anteriori con alcune striature a zig zag che le percorrono in senso antero posteriore e una linea a V in posizione medio distale, che non manca mai a differenza delle altre macchiettature. L’apertura alare è di 40-70 mm.
Larve: a maturità hanno aspetto del tutto caratteristico dovuto alla particolare colorazione dei tubercoli dorsali che fanno parte dei sei presenti su ciascun segmento. Infatti al blu delle prime cinque paia si contrappone il rosso degli altri. Tutto ciò spicca su un corpo dall'aspetto bruno grigio giallastro, abbondantemente ricoperto di peli urticanti che si differenziano a ciuffo a livello dei tubercoli anzidetti. Le larve a maturità raggiungono una lunghezza di 60-70 mm.
Biologia: La specie svolge una sola generazione all'anno e sverna come larva entro l'uovo. In primavera (aprile-maggio) le larvette abbandonano il corion con una spiccata tendenza a diffondersi nell'ambiente. Attività per la quale hanno una struttura che, munita di peli aerofili, è capace di utilizzare il vento così da raggiungere in modo passivo piante distanti alcuni chilometri dal punto di sgusciamento. Le larve mangiano di giorno durante i primi stadi e di notte nei successivi; la maturità è raggiunta in giugno-luglio e l’incrisalidano avviene quasi sempre sulle piante dove sono cresciute. Gli adulti compaiono in massa tra fine giugno e tutto luglio, ma possono continuare a sfarfallare anche durante il mese di agosto e l'inizio di settembre. A ciò segue la deposizione delle uova in ovature protetta dai peli addominali della femmina che isolano ciascun uovo dagli altri. La struttura numerica dell’ovatura e sua dislocazione sulla piante danno una indicazione accettabile dello stato di gradazione in cui si trova la popolazione dell’insetto. Infatti ovature con 600-800 unità poste fino ad un'altezza di 2 m sul tronco stanno ad indicare che l'insetto è in una fase di latenza o di progradazione; mentre la riduzione del numero di uova a 300–500 e una loro dislocazione fino a sei metri di altezza e sui primi rami sta ad indicare lo stato di culmine e di retrogradazione della gradazione.
Periodo di dannosità: Maggio-Giugno.


Tratto da: http://www.entom.unibo.it/insetti%20alberi/Acero/L_dispar.htm

Principali razze bovine da carne

Marchigiana.Ricoperto da un pelo corto, bianco e liscio, con sfumature grigie sulle spalle, l'avambraccio e le occhiature, il bovino Marchigiano si riconosce per la cute pigmentata, la testa possente ma leggera, il collo corto, gibboso nei maschi, con giogaia ridotta e lo sviluppo armonico delle varie regioni somatiche.
La storia della razza Marchigiana, come la conosciamo oggi, inizia in realtà verso la metà del XIX secolo quando gli allevatori marchigiani incrociarono il bovino podolico autoctono (derivato dal "Bovino dalle grandi corna" giunto in Italia nel VI secolo d.C.) con tori chianini per ottenere una razza con maggior attitudine al lavoro e alla produzione di carne.
L'effetto di questo incrocio fu una trasformazione evidente del bovino: miglior sviluppo muscolare, mantello più chiaro, corna più corte e testa più leggera. Dopo un ulteriore incrocio con la razza Romagnola agli inizi del XX secolo, per abbassare la statura e rendere la razza adatta al lavoro dei campi, la Marchigiana assunse i caratteri attuali. Ottima produttrice di carne, sia in termini di resa al macello che di qualità delle carni (leggermente rosate e con grana fine), la Marchigiana viene oggi allevata in tutta l'Italia centrale, con punte di diffusione in Campania, Sicilia e all'estero (soprattutto Canada Usa e America Latina). L'ottima capacità di adattamento ne fa un bovino ideale per il pascolo in terreni difficili, e quindi un veicolo di recupero e valorizzazione economica dei cosiddetti "terreni marginali".

Chianina La Chianina (che trae il nome dalla Val di Chiana) è tra le più antiche del mondo, poiché l'uomo l'alleva tra Toscana, Umbria e Lazio da almeno 2200 anni, se è vero che i progenitori di tale razza sfilavano già nei cortei trionfali di Etruschi e Romani, come dimostrano antiche immagini su dipinti e reperti archeologici. Razza prestigiosa (la resa al macello dei vitelloni di razza Chianina è in media superio re al 60%), tanto che dal Sud America all'Australia, gli allevatori di quei Paesi ne importano riproduttori e seme congelato, per la creazione di nuovi "ceppi" locali e per la produzione di "incroci". Razza pregiata e prediletta per bellezza e vivacità di temperamento, è ricercata per la sua carne, pregevole per qualità, tenerezza e finezza di fibre: una carne magra e gustosa, di color rosso chiaro, con grasso perimuscolare bianco e poco abbondante; ha eccellenti caratteristiche organolettiche, da cui si ottengono tagli pregiati (soprattutto dalla regione dorsolombare dalla quale si ricavano le bistecche alla fiorentina). L'insieme delle caratteristiche elencate ne fanno, in assoluto, una delle migliori razze bovine da carne del mondo.

Romagnola Derivata da bovini romagnoli, a fondo podolico, e residente inizialmente tra Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna e Pesaro, grazie alla sua resistenza ai raggi solari e ad ogni tipo di condizione ambientale, si è assai diffusa nei Paesi più caldi, dal Sud Italia all'Argentina. Ha caratteristiche similari a quelle della chianina, dalla quale si differenzia per il colore più vivo della carne e dalla frequente presenza di grasso di copertura pure negli esemplari giovani; è inoltre divisa in due sottorazze ("gentile" e "montagnola"), ha carne rosa carico, gustosa e profumata, particolarmente magra, tenera e con una quantità non eccessiva di grasso intramuscolare

Podolica Razza tenace e resistente, ha attraversato almeno sei millenni di storia, discendendo dai primi bovini addomesticati dall'uomo nel Medio Oriente. In Italia è allevata soprattutto nei pascoli del Centro Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria); dà poco latte, destinato alla produzione dei famosi caciocavalli, ma carne rosso chiara e saporita nei vitelli destinati alla macellazione.

Maremmana Razza adatta al lavoro nei campi, dal tronco ampio e muscoloso, è una presenza millenaria della Maremma toscana e laziale, fin dal tempo degli allevamenti etruschi, sparsa tra Grosseto, Viterbo, Terni, Roma, Latina, Arezzo, Livorno, Pisa. Allevata allo stato brado, e considerata dagli esperti una delle razze peninsulari più prestigiose, è assai prolifica e resistente. Ha carne gustosa, dal colore rosso carico anche negli esemplari più giovani.

Lotta tradizionale ai parassiti dell'olivo

Prevede l'uso di prodotti chimici in fasi vegettative prestabilite considerate a rischio come ad esempio la prefioritura, maturazione delle olive.
Vengono impiegati soprattutto erbicidi e pesticidi, con numerosi interventi, a clendario senza verificare la presenza dell'infestante.
Quasta lotta comporta delle conseguenze: riduzione della fertilità del terreno, spesso erosione, ditruzione della flora microbica del terreno.