Le precessioni colturali.
Il ruolo svolto dalle precessioni è complesso: devono costituire un terreno favorevole al cereale, ossia dotato di forza vecchia, disponibilità di azoto e di tutte le condizioni che facilitano l'assunzione di nutrimenti (assenza di infestanti, buona struttura, disponibilità di elementi, ecc.). I successivi interventi diretti di fertilizzazione, sempre molto onerosi (reperimento e costo dei fertilizzanti) ed aleatori (effetti), si semplificano notevolmente. Le specie leguminose, sia foraggere che da granella, e le sarchiate da rinnovo sono le colture che meglio precedono i cereali autunno-vernini.Molto interessante è come tali colture gestiscono la fertilità del terreno:- effetti residui della fertilizzazione organica: gli apporti abbondanti di ammendanti organici sulle colture da rinnovo hanno elevato effetto residuo sul cereale. Possono risolvere le esigenze in fosforo e potassio ed in particolare possono lasciare una disponibilità di azoto fino a 50-60 kg/ha;- effetti residui delle lavorazioni del terreno (aratura, sarchiatura): se ben fatte (tempestività dell'intervento, intensità di lavorazione, profondità di interramento dei fertilizzanti, ecc.) favoriscono la formazione di buona struttura, maggiore disponibilità idrica, temperature migliori, tutti fattori importanti per la disponibilità di elementi nutritivi nel terreno;- controllo della flora infestante: è causa di competizioni e, quindi, di sottrazione di parte della fertilità del terreno e di energia luminosa. Le colture sarchiate e le colture di copertura, in particolar modo le foraggere che subiscono più sfalci, esercitano un buon contenimento della flora infestante;- reintegrazione di fertilità nel terreno: l'interramento della biomassa vegetale (concimi verdi) restituisce al suolo elementi nutritivi e ne migliora le caratteristiche fisiche e biologiche;- effetti delle leguminose: oltre alle sopra citate funzioni, le specie leguminose svolgono altre importantissime funzioni che regolano la disponibilità di elementi nutritivi nel terreno. Prima fra tutte l'apporto ex novo nel terreno di notevoli quantità di azoto. Potenzialmente la rottura di un medicaio può assicurare al cereale che lo segue, un apporto di 100 kg/ha di azoto, mentre il sovescio di una leguminosa annuale può apportare 50-60 kg/ha di azoto.
I concimi verdi
L'interramento della biomassa vegetale restituisce al terreno fertilità utilizzabile dalle colture in rotazione. Quantità, qualità e modalità di interramento della biomassa influiscono sul contenuto e disponibilità nel terreno degli elementi nutritivi. Questa operazione può fornire buona parte degli elementi nutritivi necessari al cereale ed influenzare la disponibilità di azoto nel suolo. La biomassa di specie leguminose è utilissima ai cereali, e non solo, poichè particolarmente ricca di azoto (stretto rapporto C/N). I processi di degradazione che subisce non ne limitano la disponibilità nel terreno (i microrganismi trovano sui residui stessi l'azoto per il proprio metabolismo, evitando di assumere quello presente nel terreno e disponibile per le piante). Inoltre per le leguminose a ciclo autunno-primaverile, i residui possono essere interrati precocemente, consentendo più efficienti processi di umificazione. I benefici dei sovesci totali di leguminose sono nettamente superiori a quelli che derivano dall'interramento dei soli residui colturali, dopo la raccolta della granella. Infatti, con essa, si allontana dal terreno anche molto dell'azoto fissato. Anche i residui colturali di specie da rinnovo (pomodoro, patata, barbabietola, girasole) sono abbondanti e di buona qualità, e, pur contenendono meno azoto rispetto ai residui di leguminose, se ben gestiti (trinciatura) non causano problemi di immobilizzazione dell'azoto del terreno. I residui colturali con elevato rapporto C/N, invece, possono provocare pericolose condizioni di carenze di azoto nel terreno nelle prime fasi colturali. E' un problema che può verificarsi con i residui colturali del colza, spesso inserito come precessione al grano duro. I microrganismi non trovando azoto sufficiente sulla biomassa da degradare, assumono quello minerale presente nel terreno, sottraendolo alle piante. Questo problema può essere contenuto interrando i residui all'inizio dell'estate, lontano dall'epoca di semina del grano, creando così le condizioni per l'inizio dei processi di degradazione e contenendo, in questo modo, anche i processi di allontanamento dell'azoto dal terreno. Prima dell'interramento può essere conveniente trinciare i residui con una fonte di azoto organico, o integrarla nel terreno in pre-semina.