Il paesaggio agrario è formato da quella parte del territorio delle terre emerse destinato all'attività agricola. Esso è caratterizzato prevalentemente da campi coltivati. Queste unità semplici sono aggregabili in unità gerarchicamente più importanti che raggruppano più campi coltivati, organizzandoli in entità complesse: le aziende agrarie. Le coltivazioni sono opere di urbanizzazione dell'uomo. La differenza sostanziale tra paesaggio agrario e paesaggio naturale è che in quello naturale notiamo un senso di disordine mentre in quello agrario possiamo notare che tutte le piante sono disposte in maniera ordinata e in fila. Il senso di disordine che noi notiamo nel paesaggio naturale è solamente un equilibrio naturale delle piante. Negli anni e in molte zone il paesaggio agrario ha predominato sfruttando i terreni e rendendoli inutilizzabili per altre coltivazioni. Quindi si è pensato che un modo per poter coltivare i terreni senza sfruttarli e possibilmente migliorarli sia quello di utilizzare il metodo della rotazione. Consiste nel lasciare a riposo per un determinato periodo un terreno e coltivarne un'altro. Il terreno lasciato a riposo può essere coltivato con colture miglioratrici come le leguminose che apportano azoto al terreno.