giovedì 26 marzo 2009

La peronospora

E' un fungo ficomicete appartenente alla famiglia della Peronosporaceae; la Plasmopora viticola.
Sintomi
Le foglie sono colpite a partire da 5-6 cm quadrati di superficie. Inizialmente compaiono,sulla pagina superiore, delle chiazze traslucide simili a macchie d'olio. In seguito, in corrispondenza delle chiazze d'olio, sulla pagina inferiore della foglia compare uno strato muffoso grigio-biancastro. Sintomo finale è la necrosi dei tessuti fogliari, con successivo disseccamento.
La peronospora non provoca la morte delle piante colpite; si ha però un notevole calo nella quantità e qualità della produzione.
Processo d'infezione
Il fungo penetra attraverso gli stomi ed invade i tessuti interni della foglia. Il ciclo della peronospora è molto influenzato dal clima, sopratutto dall'umidità, essenziale per la sua germinazione.
Controllo con prodotti di copertura e sistemici
-Rameici
-Poltiglia bordolese
-Mancozeb
-Metiram
-Aoxistrobin
-ditiocarbammati
-diclofuanide
-folpet
-famoxadone
-tioftalimmidici

mercoledì 25 marzo 2009

Entomofauna e parassiti del mirto

Gli insetti potenzialmente dannosi alla coltivazione del mirto sono rappresentati in larga parte dai rincoti omotteri e dai tisanotteri. In particolare, in Sardegna le specie di cocciniglie più frequentemente riscontrate sono Saissetia oleae, Partenolecanium corni e Ceroplastes rusci mentre in altre realtà nazionali sono stati segnalati forti attacchi del tripide Heliothrips haemorroidalis. Per la difesa del mirto dalle infestazioni dei fitofagi è possibile adottare solo strategie di lotta indirette o ricorrere ai mezzi permessi dalle norme che regolano la difesa sanitaria in agricoltura biologica. Infatti non sono registrati in Italia prodotti fitosanitari espressamente ammessi per il mirto destinato alla produzione di liquori e di oli essenziali.

Tratto da:

eprints.uniss.it/60/1/Lentini_A_ContrCongresso_2005_Entomofauna.pdf

mercoledì 18 marzo 2009

Oidio

Viene anche detto "malbianco" o "nebbia". Si tratta di un fungo ascomicete, apparente alla famiglia delle Erysiphaceae: forma ascofora: Uncinulla necator.
forma conidiofora: Oidium Tuckeri.

Sintomi
Attacca sempre
i tessuti giovani della pianta, mai quelli vecchi. Sulla pagina superiore della foglia compare una efflorescenza muffosa di aspetto ragnateloso di colore grigio-biancastro, che si evolve in polvere biancastra. Contro luce si vedono delle macchie decolorate, traslucide. La lamina fogliare si accartoccia verso l'alto assumendo la tipica conformazione "a coppa". Infine la foglia necrorotizza. Gli acini appaiono imbruniti con punteggiature nere e muffetta. Si hanno gravi riduzioni di sviluppo e produttività.
Processo d'infezione
L'oidio è un ectoparasitta rimane all'esterno dei tessuti della vite, sviluppa gli austori con i quali assorbe gli elementi nutritivi neccesari alla sua crescita.
Controllo
Metodi preventivi
La densità d'impianto ha influenza sullo sviluppo dei patogeni; le potature e la forma di allevamento possono facilitare l'aerazione rende più agevoli i trattamenti. Inoltre, una potatura equilibrata evita di creare le condizioni microclimatiche favorevoli al fungo, quali la mancanza di luce ed elevata umidità.

Prodotti antoicidi
-Zolfo
-Dinocap
-Quinoxifen
La lotta biologica utilizza un fungo antagonista dell'oidio, che viene somministrato in miscela con olio minerale.


Fitoiatria

Nelle agricolture dei paesi industrializzati e quelli emergrnti la lotta contro avversità biologiche è stata la strategia vincente per salvaguardare le produzioni.
La chimica in questo campo ha fatto grandi progressi. L'utilizzo di questi prodotti in grosse quantità ha creato diversi prloblemi come la sterilizzazione degli ambienti;
ha distrutto i rifugi dei predatori/ parassiti;
sono state introdote nuove piante esotiche con i loro parassiti crando nuove malattie in ambienti in cui non ci sono predattori naturali. Nel campo sperimentale si sono scoperti nuovi metodi di lotta, infatti studiando il ciclo biologico dei parassiti si è scoperta una comunicazione chimica (feromoni sessuali), e la si è usata per combattere i parassiti. Si sono scoperti e allevati predatori fitofagi (lotta biologica).
L'utilizzo della fitoiatria può avvenire in due momenti:
PROFILASSI: consiste nell'agire preventivamente, cioè quando la malattia non ha ancora agito, in modo da impedire il processo infettivo.
TERAPIA: consiste nell'agire quando la malattia è già in atto.
i mezzi che vengono utilizzati in fitoiatria rispettano alcuni concetti:
mirano nei confronti del patogeno;
intervengono sull'ambiente redendolo più idoneo alla coltivazione e meno ai patogeni.
i mezzi usati in fitoiatria sono: mazzi agronomici, mezzi fisici e meccanici, mezzi biologivi, mezzi chimici, mezzi legislativi.
le cure di tipo agronomico sono pratiche normali che vengono effetuate in detterminati momenti, seguendo lo sviluppo delle piante e il ciclo dei parassiti. Alcune cure possono essere: la scelta di sementi selezionate, concimazioni con letame maturo, sistemazioni idrauliche e potature ai fruttiferi.
Utilizzando sementi selezionatesi limita la possibilità di sem inare piante infestate.
Le sistemazioniidrauliche e lavorazioni permettono di eliminare l'acqua in ecesso evitando marciumi radicali.
le potature danno forme adatte a insolazioni e ariegiamenti,
i mezzi fisici e maccanici agiscono creando ostacoli alla vita del patogeno. Alcune strategie sono: la sterilizzazione dei terrici, coprire le ferite co adeguati mastici, e bruciare i tralci della vite. Il fuoco può essere ottimo per eliminare i defogliatori. Un'altra pratica è la solarizzazione, cioè vengono vengono messi dei teli plastici trasparenti sul terreno, il calore del sole eliminano tutti i parassiti presenti sul terreno.
I mezzi legislativi sono quelle azioni volte a impedire i nuovi parassiti. uno di questi mezzi fu quello di regolamentare il commercio delle piante, sorveglianza sulle colture.

domenica 8 marzo 2009

Fleotribo (parassita dell'olivo)


Distribuzione.
La specie è diffusa in tutte le regioni olivicole mediterranee
Descrizione
l’adulto è un piccolo coleottero di colore scuro che misura 2 - 2,4 mm di lunghezza. Le larve di colore bianco giallastro raggiungono a maturità la lunghezza di 3,5 mm, attraverso 5 stadi di sviluppo. Preninfa e ninfa sono di colore chiaro e misurano circa 2,5mm.

Biologia.
In primavera la coppia scava sotto la corteccia dell’olivo una galleria di accoppiamento che si prolunga in una galleria di deposizione. Queste gallerie sono perpendicolari alla direzione della branca. Le uova deposte (tra 60 e 120 per femmina adulta) danno vita a larve xilofaghe. Queste a loro volta scavano delle gallerie larvali parallele al senso del legno, dunque perpendicolari alla galleria materna. Dopo uno - due mesi ha luogo la ninfosi, gli adulti che si formano fuoriescono dalle gallerie e perlustrano l‘ambiente circostante per un periodo di due - tre settimane. Nel corso di un anno si possono sviluppare fino a tre generazioni, la prima delle quali ha inizio nel mese di giugno. Il fleotribo sverna in una loggetta scavata alla base di un germoglio o di una gemma ascellare.

Danni.
Il fleotribo attacca di preferenza il legno in cui la circolazione linfatica è ridotta : tronchi, branche indebolite o che hanno subìto danni a seguito di eventi climatici avversi (gelo, siccità prolungata). E’ un parassita che contribuisce ad indebolire ulteriormente la pianta, in questo caso sono le larve che rappresentano la causa determinante del danno. Nonostante ciò può attaccare anche gli olivi in buono stato vegetativo quando questi sono in prossimità di altri olivi attaccati da questo insetto. In questo caso sono gli adulti a causare il danno con il seguente processo biologico : le larve si sviluppano su del legno morto o indebolito (scarti di potatura, branche secche ecc.) ed i nuovi adulti da essi derivati passano ad una fase alimentare nel corso della quale scavano cavità su rami in buono stato vegetativo. Possono anche causare incisioni anulari che determinano il disseccamento del ramo. Questa azione può ridurre sensibilmente la produzione dell’anno seguente. Strategie di protezione La difesa dagli attacchi di questo insetto xilofago è preventiva : è necessario mantenere gli olivi in condizione di sviluppo ottimali sopprimendo le branche deboli o in via di esaurimento. Le parti colpite devono essere tagliate ed eliminate dall’oliveto al fine di evitare una ulteriore proliferazione dell’insetto. Il legno tagliato, focolaio potenziale di sviluppo, deve essere bruciato il più presto possibile.

lunedì 2 marzo 2009

Accartocciamento Fogliare

L'accartocciamento fogliare è una delle più importanti virosi della vite, è determinato dal virus floematici tubuliformi chiamati Closterovirus.
Il virus dell'accartocciamento fogliare viene trasmesso tramite l'utilizzo di materiale di propagazione infetto negli impianti viticoli.
In natura, invece, viene trasmesso da vettori quali coccidi (Pulvinaria vitis Linnaeus ) e Pseudococcidi.
Sintomi
I primi sintomi esterni dell'accartocciamento fogliare sono visibili all'inizio dell'estate; Col procedere della stagione si intensificano fino a raggiungere la massima espressione in autunno.
Grappoli:maturano in ritardo e in modo non uniforme, inoltre sono meno numerosi e hanno bacche più piccole con ridotto tenore zuccherino.
Lotta
Viene effetuata prevalentemente tramite pratiche preventive:
- produzione e uso di materiale di propagazione "sano" certificato.
-mantenimento in sanità di vivai mediante trattamenti insetticida mirati contro i vettori della malattia.

Cicalina bufalo

(Stictophala bisonia Koppe e Yonk)
Il nome di questo insetto(che è un rincote membracide) è dovuto aala sua vaga somiglianza ad un bufalo; visto lateralmente,infatti,presenta una carena(simile ad una gobbia) molto accentuata.
Visto dall'alto,invece,assume una forma tendenzialmente triangolare.
L'adulto è lungo circa 10 mm,ed è di colore verde con qualche imbrunimento.
Compie una sola generazione all'anno.
Durante la deposizione delle uova (6 uova per volta) con l'ovopositore,la femina provoca delle piccole lesioni longitutinali sui tralci che limitano lo scorimento della linfa e il normale sviluppo della vegetazione.Queste punture provocano la formazione di strozzature anulari sui tralci.
Al di sopra di queste strozzature il tralcio non si sviluppa regolarmente,ma si presenta indebolito,con foglie arrossate od ingiallite e con i margini ripiegati verso il basso.
E' consigliabile eliminare i rami che durante la potatura presentano i segni della deposizione delle uova.

venerdì 13 febbraio 2009

TIGNOLA

Eupoecila ambiguella
E un lepidottero apparentemente alla famiglia dei Tortricidi, Larve lunghe circa 12 mm di colore rosa- bruno, lenta nei movimenti. L'adulto ha un' apertura alare di circa 10-15 mm.

Danni
Le larve compiono danni sui bottoni fiorali erodendoli e sugli acini nei quali penetrano svuotandoli e portandoli a marcire.

Ciclo
Gli adulti sfarffalano ad aprile-maggio. depongono le uova sulle infiorescenze. Le larve che ne nascono diventano adulte a fine giugno-inizio luglio. Depongono le uova sugli acini.

Lotta

Regolatori di crescita inibitori di crescita Lotta biologica
Viene anche detto "malbianco" o "nebbia"
Si tratta di un fungo ascomicete, appartenente alla famiglia delle Erysiphaceae:
Forma ascofora; Uncinulla necator.
Forma conidiofora; Oidium Tuckeri.

Sintomi

Attacca sempre i tessuti giovani della pianta, mai quelli vecchi. Sulla pagina superiore delle foglie compare una efflorescenza muffosa di aspetto ragnateloso di colore grigio-biancastro, che si evolve in polvere biancastra. Contro luce si vedono delle macchie decolorate, traslucide,"chiazze d'olio"tipiche della peronospora. La lamina fogliare si accartoccia verso l'alto assumendo la tipica conformazione "a coppa". Infine la foglia necrotizza. Gli acini appaiono imbruniti con punteggiature nere e muffetta. Si hanno però gravi riduzioni di sviluppo e produttività.

Processo d'infezione

L'oidio è un ectoparassita rimane all'esterno sviluppa gli austori con i quali assorbe gli elementi nutritivi necessari al suo sviluppo.

Controllo

Metodi preventivi
La densità d'impianto ha influenza sullo sviluppo dei patogeni; le potature e la forma di allevamento possono facilitare l'aerazione rendere più agevoli i trattamenti. Inoltre, una potatura equilibrata evita di creare le condizioni microclimatiche favorevoli al fungo, quali la mancanza di luce ed elevata umidità.

Prodotti antioidici

-Zolfo
-Dinocap
-Quinoxifen
Lotta biologica fungo antagonista del'oidio, somministrato in miscela con olio minerale.

venerdì 6 febbraio 2009

Diserbo del fagiolo, del pisello e del fagiolino

Il controllo delle infestanti di queste tre colture può essere effettuato con mezzi agronomici, fisico-meccanici e chimici. Il diserbo chimico può essere effettuato in pre-semina, contro graminacee e Dicotiledoni, con glifosate, glufosinate ammonico; in pre-emergenza, contro le graminacee estive e le Dicotiledoni, con trifluranin o trifluralin + linuron (distribuiti su seme ben coperto). Infine può essere effettuato anche in post-emergenza con Propaquizafop (Graminacida) e Imazamox (su Dicotiledoni). Per il pisello uguali sono gli interventi presemina, mentre in pre-emergenza si può utilizzarePendimentalin da solo o miscelato ad Aclonifen; inoltre in post-emergenza, oltre ai Graminacidi indicati per il fagiolo, si può utilizzare il Bentazone.

mercoledì 21 gennaio 2009

Carie del frumento

Identificazione, sintomi ed epidemiologia
La Tilletia tritici è un patogeno specifico del frumento, si manifesta nella fase fenologica della maturazione; in questa fase al posto delle normali cariossidi, si presentano delle false cariossidi, ripiene di una polvere nerastra ed untuosa che puzza di pesce putrido. La polvere nerastra è costituita dalle clamidospore. Le piante infette si distinguono dalle altre perchè si presentano erette; infatti queste spighe non avendo cariossidi normali sono molto leggere, contrariamente le spighe sane si incurvano sotto il peso delle cariossidi normali; in ogni caso non tutte le cariossidi di una spiga possono essere colpite. Il fungo si conserva all'esterno delle cariossidi o nel terreno come clamidospore, l'infezione si realizza durante la germinazione dei semi e si manifesta alla maturazione.
Lotta
La lotta contro la Titelia tritici è di tipo chimico preventivo.

lunedì 19 gennaio 2009

Pulvinaria della vite

  • Identificazione, danno e ciclo biologico
La Pulvinaria della Vite è un Coccide con corpo convesso e ovoidale, visibile soprattutto sui tralci, sui rami e sui frutti. E' un insetto polifago che infesta la vite, il nocciolo e tante altre latifoglie di interesse paesaggistico e ornamentale. Le femmine producono un evidente ovisacco, ceroso e fioccoso di colore biancastro, posto tra il corpo e l'organo attaccato; ne consegue che il corpo a "scudetto", aumentando di volume l'ovisacco, si solleva nella parte anteriore evidenziando il sacco di uova sotto di sè. Il danno determinato da questi coccidi è limitato e consiste essenzialmente nelle conseguenze delle punture trofiche effettuate sugli organi colpiti; nei rari casi di comparsa di colonie in forma massiccia si può avere asfissia per lo strato di colnie fioccose che avvolgono gli organi colpiti e per la produzione di melata. Il fitofago sverna come neanide sotto il corpo materno ("scudetto"), e compie una generazione all'anno.

  • Lotta
La lotta chimica contro la Pulvinaria non viene generalmente effettuata per la scarsa rilevanza dei danni prodotti; in caso di particolari infestazioni si può fare, a fine inverno, un trattamento con Oli bianchi attivati o con Polisolfuri di calcio bagnando bene tronchi e tralcio con l'Insetticida.

venerdì 16 gennaio 2009

Interventi con mezzi chimici

La lotta con mezzi chimici consiste nell'utilizzo di sostanze attive (un tempo definite principi attivi) inorganiche, organiche, naturali oppure di sintesi in grado di: -proteggere i vegetali o i prodoti vegetali da tutti gli organismi nocivi (insetticidi, acaricidi, fungicidi, ecc.) ;
-Favorire o regolare i processi vitali (fitoregolatori) ;
-Conservare i prodotti vegetali (fisiofarmaci) ;
-Eliminare le piante indesiderate (erbicidi) .
La legislazione in merito ai prodotti fitosanitari ha subito,nel tempo, una continua ed articolata evoluzione. Le principali normative progressivamente succedutesi sono:
- La legge n° 283 del 30 aprile 1962
- Il D. P. R. n° 1255 del 3 agosto 1968
- Il D. P. R. n° 128 del 13 marzo 1986
- Il D. P. R . n° 223 del 24 maggio 1988
- Il D. M. n° 217 del 25 gennaio 1991
- Il D.lgs. n° 194 del 17 marzo 1995
- Il D. P. R. 6 ottobre 1998 n° 392
- La Circolare 15 aprile 1999 n° 7
- Il D. P. R. 23 aprile 2001 n° 290

mercoledì 14 gennaio 2009

Sicurezza nei frantoi

I maggiori fattori di rischio che devono essere sottoposti a controllo sono:
-Il livello de esposizione al rumore.
-L'uso di sostanze corrosive e irritanti.
-Le caratteristiche degli ambienti di lavoro.
-Le caratteristiche delle macchine e degli impianti.
-Le caratteristiche dell'impianto elettrico.
-La movimentazione dei carichi.

RUMORE: In un frantoio i macchinari che sono la causa maggiore di rumore sono: il defogliatore, il frangitore, il decanter, il separatore. Spesso nei frantoi questi macchinari vengono posti in ambienti con soffitti bassi,o negli angoli o peggio ancora vicino le une alle altre e questo fa aumentare il rumore. Secondo alcuni studi però il rumore è causato dalle vibrazioni, quindi se noi diminuiamo le vibrazioni diminuisce anche il rumore.

Questo può avvenire:
-posizionando i macchinari distanti almeno 3 m dalle pareti.
-con una costante manutenzione dei macchinari.
-con panelli fonoassorbenti nella sala macchine.
Secondo la dichiarazione di conformità della "CE" bisogna certificare li livello di rumorosità; essa impone che le macchine e gli impianti devono essere costruiti e installati rispettando le disposizioni di legge che impongono l'adozione del Marchio "CE".

MACCHINARI. IL datore di lavoro deve fornire protezione contro l'accesso accidentale alle macchine da parte degli operatori.
AMBIENTE DI LAVORO. Il frantoio deve essere attrezzato per la sicurezzza e normativa CE di servizi igienici,uscite di sicurezza,segnaletica di sicurezza e opportuna sistemazione della pavimentazione, con pareti lavabili antisdrucciolo e con rivestimento antimuffa.

MOVIMENTAZIONE. Gli apparecchi di sollevamento per portate superiori a 200kg non devono essere manuali. Le funi, cavi e apparati di sollevamento devono essere omologati.

IMPIANTO ELETTRICO. Il frantoio è considerato un ambiente umido, quindi bisogna porre attenzione al grado di isolamento dei cavi, dei quadri e dei motori.
Estremamente importante è la messa a terra delle macchine e dell'impianto elettrico generale.

SOSTANZE CORROSIVE E IRRITANTI. Nel frantoio vengono utilizzati delle sostanze pericolose per gli operatori come: detergenti emulsionanti, disincrostanti acidi, detergenti alcalini, soda caustica.
Il datore di lavoro deve predisporre per la protezione degli operatori:
-cartelli indicativi del rischio;
-uso di guanti, occhiali e stivali;
-recipienti contrassegnati con etichette;

Sigaraio della vite


  • Identificazione, danno e ciclo biologico.
Gli adulti del Sigaraio sono piccoli Coleotteri scuri, con dimensioni di 6-8 mm, dai riflessi metallici bluastri o verde brunastri; sono molto polifagi, infatti infestano la vite, alcuni fruttiferi e molte latifoglie ornamentali e forestali. Il danno provocato è relativamente lieve ed è determinato da un tipico arrotolamento della pagina fogliare; questo è causato dall'appassimento della foglia per incisioni, fatte dalle femmine, sul picciolo fogliare senza provocarne il distacco. Le foglie arrotolate, tenute insieme dai secreti emessi dalle femmine stesse, sembrano dei sigari pendenti che sono particolarmente evidenti nella massa fogliare verde; le femmine ovidepongono all'interno del sigaro. L'insetto sverna da adulto e compie una generazione all'anno.

  • Lotta.
La lotta chimica non è generalmente giustificata per la relativa bassa dannosità dell'insetto. In caso di forti infestazioni (molto raro) si può intervenire in primavera, alla comparsa degli adulti svernanti, con insetticidi quali: Fenitrotion, Clorpirifos e Piretroidi.

lunedì 12 gennaio 2009

Accartocciamento fogliare della vite

Identificazione e sintomi
E' la virosi più diffusa al mondo negli areali viticoli. Il sintomo si localizza sulle foglie, specialmente su quelle più vecchie, con ripiegamento dei margini fogliari verso la pagina inferiore. Questa manifestazione è accompagnata da alterazioni cromatiche (rossastre o giallastre) delle lamine fogliari; le foglie, inoltre, assumono consistenza papiracea e mostrano frattura vitrea. Il legno manifesta alterazioni dei tubi cribrosi. Il virus si trasmette col materiale di propagazione infetto e attraverso vettori aspecifici quali: Cocciniglie (Coccidi e Pseudococcidi).

Tortrix viridana

Questo Lepidottero Tortricide è presente in tutta Italia e si sviluppa a spese delle Querce, dando luogo ad infestazioni che possono ripetersi anche per quattro anni consecutivi. Il sintomo dell'attacco di questa specie consiste nella presenza di foglie arrotolate verso il basso in senso trasversale-longitudinale.
Descrizione: L’adulto, dall'apertura alare compresa tra 17 e 24 mm, presenta ali anteriori di colore verde chiaro e ali posteriori grigie. Gli adulti sfarfallano in maggio-giugno, deponendo le uova a coppie sui rametti posti nelle parti alte della chioma. L'uovo passa l'inverno e le larve, di colore verde, schiudono a primavera (Aprile) per poi nutrirsi delle gemme e delle foglie, creandosi un ricovero arrotolando le foglie e unendone i lembi con fili sericei. Il bozzolo viene costruito all'interno del ricovero, tra i residui dell'ultima foglia attaccata.
Piante ospiti: Querce, in particolare la Roverella (Quercus pubescens)
Danni: Questo defogliatore comporta la distruzione dei germogli. L’insetto è noto per causare estesi attacchi nei boschi di querce, che possono durare per qualche anno e sono intervallati da lunghi periodi in cui la densità rimane a livelli estremamente bassi. I fattori coinvolti nell’indurre la moltiplicazione in massa delle farfalle sono vari e di difficile previsione. I vistosi danni causati agli alberi di solito non comportano gravi conseguenze per la sopravvivenza del bosco, in quanto le piante sono in grado di riemettere nuovi germogli.

venerdì 9 gennaio 2009

Marciume radicale lanoso

La Roselinia necatrix è un fungo molto polifago con analogie patogeniche e sintomatologiche simili ad Armillariella mellea; infatti come questo colpisce solo piante poste in condizioni di asfissia radicale e di indebolimento generale. L'apparato aereo delle piante colpite non manifesta sintomi specifici ma solo uno stato di generale sofferenza. I sintomi tipici si localizzano sulle radici che appaiono necrosate, con scorza facilmente amovibile e che mostra un sottostante cilindro legnoso fortemente imbrunito; inoltre, su queste radici, è molto evidente una fitta reticolatura "lanosa", di micelio biancastro, costituito dalle rizomorfe avvolgenti tutto l'apparato radicale. Un elemento caratterizzante di questo fungo è l'espansione della fase miceliare in corrispondenza delle ramificazioni degli intrecci ifali. Le piante deperite manifestano un deperimento e una degenerazione che avviene in tempi molto lunghi. Le rizomorfe e gli sclerozi rappresentano le fasi di conservazione del fungo.

  • Lotta
La lotta si avvale di molti degli accorgimenti descritti, come misure preventive per l' Armillariellamellea. Si ricorda solamente che nei terreni molto ricchi di sostanza organica e molto infestati è opportuno eseguire una disinfezione totale mediante fumigazioni.

Malacosoma neustria

Questa farfalla di 30-40 mm di apertura alare è diffusa in Europa ed in Asia. In Italia è presente in tutte le regioni. Attacca numerose latifogle forestali e diverse piante da frutto e nel caso di forti infestazioni più frequenti in sud Italia e in Sardegna e si segnalano defogliazioni anche totali. Gli adulti sfarfallano da giugno ad agosto, mentre le femmine depongono le uova attacandole a spirale intorno ai rametti formando un anello. Le larve hanno il capo azzurro ed il corpo peloso ma non urticante, percorso da linee parallele blu, rosso mattone, bianco, nero e giallo. Esse formano nidi sericei, entro cui si rifugiano nelle ore notturne; dopo la terza muta si separano e si diffondono sulle fronde dove continuano l'azione trofica ai danni dell'apparato fogliare. Le larve si incrisalidano tra le screpolature dei rami e del tronco e fra le foglie danneggiate.