lunedì 21 aprile 2008

La Rotazione

La rotazione è una tecnica colturale che prevede sequenze rigide e programmate di colture che si ripetono negli anni, senza variazioni sensibili dell'ordine. Costituisce un importante elemento per mantenere e/o migliorare la fertilità dei suoli (insieme a pratiche agronomiche come il sovescio) e quindi una risorsa per aumentarne il rendimento.
Si parla di rotazione delle colture quando coltivazioni diverse si succedono in un ordine definito sul medesimo terreno, ripetendo la medesima coltivazione nel tempo in cicli regolari. Possono quindi darsi rotazioni biennali, triennali, quadriennali e così via. La rotazione delle colture consiste nel non lasciare che su un terreno dato si avvicendi per due volte di seguito un ciclo colturale della stessa pianta o di piante della stessa famiglia.
La rotazione ha diversi vantaggi:
contribuisce ad interrompere il ciclo vitale degli organismi nocivi legati ad una certa coltura; in particolare, la successione di piante di famiglie differenti (per esempio, alternanza tra graminacee e piante oleaginose, tipo grano) permette di interrompere il ciclo di alcune malerbe;
grazie alla diversità dei sistemi radicali, il profilo del terreno è esplorato meglio, il che si traduce in un miglioramento delle caratteristiche fisiche del suolo e in particolare della sua struttura (limitandone il compattamento e la degradazione), e quindi della nutrizione delle piante;
l'impiego delle leguminose consente l'aggiunta di azoto simbiotico al suolo; più in generale, la composizione dei diversi residui colturali contribuisce alla qualità dell'humus.
La rotazione ha quindi un effetto importante sulla vita del terreno e sulla nutrizione delle piante.
Un altro vantaggio può consistere in una migliore ripartizione del carico di lavoro del terreno, con l'introduzione nel ciclo della rotazione di colture a prato o a maggese.
La rotazione era tradizionalmente molto praticata nel quadro di sistemi agricoli basati sulla multicultura e l'allevamento, ma è stata fortissimamente ridotta dalle pratiche monocolturali indotte dall' agricoltura intesiva(consistente nel coltivare anno dopo anno sullo stesso terreno la stessa specie, ad esempio il grano).

Principi di base della rotazione delle colture .
La scelta delle colture avviene in funzione degli obiettivi e dei bisogni dell'agricoltore, ma anche tenendo conto delle pratiche agricole, come la lavorazione della terra e il controllo dell' alleopatia e dalle erbe infestanti attraverso la sarchiatura o gli erbicidi .
Si possono alternare famiglie differenti, come cereali, leguminose, oleaginose, o alternare specie seminative autunnali con altre primaverili.
Nela scelta della successione colturale l'agricoltore è dipendente soprattutto dal rischio allelopatico , meno spesso dai rischi di trasmissione di malattie delle piante e dalla pressione di insetti voraci.
Così, è sconsigliabile far seguire il grano al mais, per il rischio di fusariosi. Per evitare malattie, la soia non deve essere coltivata due anni di seguito. Ugualmente, bisogna fare attenzione agli erbicidi utilizzati per ciascuna coltura successiva, per evitare che l'utilizzo eccessivo di alcuni composti chimici supporti la selezione di infestanti resistenti.
La scelta può anche tener conto dell'effetto della coltura precedente come fonte di azoto simbiotico, come accade per le leguminose. Ad esempio, la soia è spesso un buon precedente per il grano.
Infine, la rotazione può consentire un certo equilibrio dei terreni dedicati ad ogni coltura, e una stabilità, negli anni, della quota dedicata ad ogni investimento, cosa che non sempre i mercati permettono, giacché alcune colture possono attraversare fasi di sviluppo o di contrazione.