
Il termine sostenibilità ha tre accezioni:
- ambientale ed ecologica;
- economica;
- sociale e politica:
Con il termine sostenibilità ambientale ed ecologica si vuole considerare i limiti delle risorse naturali, paesaggistiche ed energetiche e le ricchezze bio-fisiche presenti negli ecosistemi. Alcune di queste risorse sono quantitativamente fissate e destinate ad essere esaurite (combustibili minerali). Altre, come la luce solare, la pioggia e il vento, hanno delle variazioni cicliche nel tempo. Altre ancora come le piante e gli animali, il suolo e l’acqua, possono essere usate come risorse limitate ma che hanno la capacità biologica di rinnovarsi se viene prestata attenzione a salvaguardare le condizioni necessarie per il loro mantenimento. L’attività umana in agricoltura ha la capacità tecnica di modificare notevolmente l’ambiente per scopi produttivi; Il fattore tempo diventa quindi la chiave per interpretare le diverse prospettive. Il termine sostenibilità economica significa produrre in modo sufficiente da garantire un livello di reddito e di occupazione adatto alle potenzialità e alle esigenze locali, limite sotto il quale non potrebbe sussistere nessuna attività agricola. L’agricoltore deve combinare gli inputs che possono essere utilizzati con i costi che ciascuna attività agricola comporta, con la produzione attesa, con i prezzi di mercato e creare un’attività capace di ripagare tutti i fattori della produzione. Meno diffusa nel mondo scientifico è l’accezione sociale del termine sostenibilità intesa come aspetto agricolo-strutturale che dipende dal contesto socio-culturale che ha formato l’agroecosistema nel tempo. L’agricoltura produce beni e servizi che vanno incontro alle necessità umane.