Con i termini pianta infestante, oppure malerba o, popolarmente, erbaccia, si intende una pianta che, non rivestendo alcuna funzione utile per l'uomo, ne va a danneggiare le produzioni agricole entrando in competizione o parassitizzando queste ultime.In senso più ampio il concetto può essere esteso, oltre che alle piante infestanti i campi coltivati, anche alle piante che, crescendo in città in maniera incontrollata, accentuano il problema delle allergie o fanno percepire come "sporco" o degradato il luogo ove crescono. Alcune piante utili o coltivate possono divenire malerbe nel momento in cui cessa la loro funzione di utilità per l'uomo.
Nel quadro della produzione agricola, come s'è detto, si considerano infestanti le specie non coltivate che si installano in un campo, ma anche la ricrescita di una coltura precedente, come ad esempio:
la ricrescita di cereali in un campo di colza;
la ricrescita di patate in un campo di cereali o di barbabietole;
e così via.
Le infestanti possono essere:
piante perenni, che si riproducono in modo vegetativo, oppure che permangono nel terreno per diversi anni: gramigna, vilucchio, cardo;
piante annuali, più spesso, che si riproducono da seme, spesso con un forte potenziale riproduttivo: amaranto, papavero, avena selvatica, veronica , stellaria, ecc..
La semenza delle infestanti è caratterizzata da:
una grande longevità, dipendente da una forte resistenza al disseccamento e all'asfissia anche in caso di interramento profondo, grazie all'impermeabilità all'acqua e all'aria del loro tegumento;
la presenza nel suolo in grandi quantità.
Alcune specie sono spesso associate a determinate colture: chenopodio e amaranto alle barbabietole, caglio e veronica ai cereali, ecc.
La nocività delle infestanti si presenta sotto 4 aspetti:
concorrenza per la radiazione solare, l'acqua e i nutrienti: le infestanti si alimentano a danno delle colture(concorrenza indiretta). Il peso di questa concorrenza è in funzione della natura delle infestanti, della loro densità, dell'influenza della concimazione e delle condizioni climatiche favorevoli al loro sviluppo.
Deprezzamento della raccolta, in presenza di frammenti di infestanti che diminuiscono la qualità della produzione, o di chicchi di infestanti, come la morella o la carie, che possono alterarne il sapore o indurre effetti tossici. La presenza di ranuncoli, di equiseto, di felci, di colchico o di mercuriali nelle erbacee stoccate in silos o raccolte a secco e non sono consumate fresche dagli animali, può provocare incidenti.
Caglio e chenopodio possono creare intasamenti nelle macchine al momento della raccolta delle barbabietole; la presenza di graminacee infestanti può favorire l'allettamento dei cereali e così danneggiarne la raccolta;
Lo sviluppo di parassiti e di malattie può essere favorito dal microclima creato da infestanti invasive, o dal fatto che esse costituiscono un serbatoio o un rifugio per virus, batteri, funghi, acari o insetti.
L'uso sconsiderato di erbicidi per controllare lo sviluppo delle infestanti ha portato a casi di inquinamento delle acque di superficie e di quelle sotterranee da parte delle sostanze chimiche in essi contenute.
Il controllo delle infestanti si può attuare con l'ausilio di pratiche agronomiche, lavorazioni meccaniche, interventi con mezzi fisici, chimici, biologici o attraverso l'azione combinata di quelli citati.
la ricrescita di cereali in un campo di colza;
la ricrescita di patate in un campo di cereali o di barbabietole;
e così via.
Le infestanti possono essere:
piante perenni, che si riproducono in modo vegetativo, oppure che permangono nel terreno per diversi anni: gramigna, vilucchio, cardo;
piante annuali, più spesso, che si riproducono da seme, spesso con un forte potenziale riproduttivo: amaranto, papavero, avena selvatica, veronica , stellaria, ecc..
La semenza delle infestanti è caratterizzata da:
una grande longevità, dipendente da una forte resistenza al disseccamento e all'asfissia anche in caso di interramento profondo, grazie all'impermeabilità all'acqua e all'aria del loro tegumento;
la presenza nel suolo in grandi quantità.
Alcune specie sono spesso associate a determinate colture: chenopodio e amaranto alle barbabietole, caglio e veronica ai cereali, ecc.
La nocività delle infestanti si presenta sotto 4 aspetti:
concorrenza per la radiazione solare, l'acqua e i nutrienti: le infestanti si alimentano a danno delle colture(concorrenza indiretta). Il peso di questa concorrenza è in funzione della natura delle infestanti, della loro densità, dell'influenza della concimazione e delle condizioni climatiche favorevoli al loro sviluppo.
Deprezzamento della raccolta, in presenza di frammenti di infestanti che diminuiscono la qualità della produzione, o di chicchi di infestanti, come la morella o la carie, che possono alterarne il sapore o indurre effetti tossici. La presenza di ranuncoli, di equiseto, di felci, di colchico o di mercuriali nelle erbacee stoccate in silos o raccolte a secco e non sono consumate fresche dagli animali, può provocare incidenti.
Caglio e chenopodio possono creare intasamenti nelle macchine al momento della raccolta delle barbabietole; la presenza di graminacee infestanti può favorire l'allettamento dei cereali e così danneggiarne la raccolta;
Lo sviluppo di parassiti e di malattie può essere favorito dal microclima creato da infestanti invasive, o dal fatto che esse costituiscono un serbatoio o un rifugio per virus, batteri, funghi, acari o insetti.
L'uso sconsiderato di erbicidi per controllare lo sviluppo delle infestanti ha portato a casi di inquinamento delle acque di superficie e di quelle sotterranee da parte delle sostanze chimiche in essi contenute.
Il controllo delle infestanti si può attuare con l'ausilio di pratiche agronomiche, lavorazioni meccaniche, interventi con mezzi fisici, chimici, biologici o attraverso l'azione combinata di quelli citati.
"Tratto da Wikipedia"